osteria il gambero

La cucina.

Un gusto che riscalda il corpo e accende le emozioni.

L' atmosfera

Entrando nell’Osteria Il Gambero si è avvolti da una sensazione di calore e familiarità.
Luci soffuse, arredi retro, tappeti orientali e mise en place colorate esaltano questa calda impressione, che a tavola è piacevolmente confermata. Filo conduttore della cucina di Mara Fogazzi è infatti l’umami, il quinto sapore, quel gusto sapido che riscalda il corpo e, attraverso i ricordi, accende le emozioni. La memoria del profumo dolce e aromatico del riso al burro e salvia gustato da bambini, l’aroma potente del baccalà nella pentola fumante, il caldo brodo di cappone per iniziare il pranzo di Natale…

Suggestioni che la cucina di Mara e della sua brigata amplia e rinnova: i tortelli ripieni di nonna Maddalena incontrano l’astice nella sua bisque; il risotto col salmì di lepre si abbina a sorpresa alla tartara di scampi.

E poi, le fascinazioni del Sud Italia: il pacchero di Gragnano, zafferano, pomodoro e mascarpone con tartara di branzino e polvere di capperi, oppure la classica cacio e pepe completata da cozze sapide e polpose, o ancora i tortelli con granchio reale, cime di rapa, olio d’‘nduja serviti con toma delle valli bresciane.
Che dire inoltre delle influenze orientali: il sushi “a modo nostro”, oppure gli spaghetti al nero di seppia con colatura di alici, gamberi rossi e katsuobushi ma anche il pesce persico panato con salsa bulldog.
Infine, le crudità di mare e le carni alla griglia: due punti di forza nella proposta dell’Osteria, dove il valore della materia prima emerge più che mai. Del resto, è la materia prima la priorità di Mara: quindi per la sua cucina solo pesce freschissimo dal Mar Mediterraneo, carne di animali allevati al pascolo, ortaggi biologici a chilometro zero.

Ai cinquanta avventori che siederanno ai tavoli dell’Osteria, Mara e la sua brigata promettono un viaggio del gusto al di là del tempo e dello spazio, in luoghi noti e sconosciuti, tra memoria e scoperta.

Perché la cucina qui non conosce confini, solo orizzonti."